Roma, zona di quartiere a metà tra i Colli Portuensi e Monteverde. Piano Terra di un immobile di prestigio inserito in un ambito urbanistico “di espansione novecentesca”. Nato con destinazione d’uso ufficio, la richiesta ha riguardato la riconversione ad uso abitativo. Lo spazio, nella sua interezza si inserisce nel piano pilotis del palazzo: suddiviso in un grande spazio d’ accoglienza centrale e uno spazio studio con servizio a ridosso dell’entrata, l’uso proprio ormai dell’immobile, 75 mq circa, risultava comunque perso da tempo.
Il progetto, nato insieme all’architetto Enzo Cera (Borgo Ceri), ha mantenuto lo spazio centrale come zona giorno, avendo gli affacci esistenti già sufficienti a soddisfare le superfici minime di areazione ed illuminazione. La zona notte è stata dislocata in due aree opposte, Nord e Sud, ognuna con proprio servizio. Alla cucina, spazio a se stante come da richiesta del committente, è stato dato un accesso indipendente al terrazzo.
L’attenzione, oltre al ferreo rispetto delle superfici minime trattandosi di un cambio d’uso, si è soffermata nelle altezze nette interne. Per arrivare ai 270 cm previsti per legge, si è provveduto all’abbassamento del piano di calpestio, possibile fortunatamente dati i riempimenti in fase di realizzazione a fine anni ‘60. L’altezza dello stato di fatto (263/264 cm circa) è stata mantenuta lungo l’allineamento dei servizi, quindi in pianta e sezione: lato Nord, dal bagno e pre-ingresso zona notte, passando al finto scalino lungo le mura perimetrali della cucina e poi zona giorno, il tutto necessario al passaggio degli impianti e il raggiungimento dello scarico verso il bagno già esistente.
L’intervento ha avuto un lungo percorso dettato dalle norme urbanistiche vigenti in materia di cambio di destinazione d’uso. Il progetto è stato soggetto a Segnalazione Certificata di inizio attività in alternativa al permesso al costruire; tra i vari controlli e asseverazione, anche la verifica e calcolo degli oneri previsti per legge e standard urbanistici dovuti appunto alla, seppur minima, variazione degli insediamenti abitativi che si andavano a costituire. Preliminare è stato il rilascio, da parte dell’organo preposto alle verifiche sanitarie, quale appunto la ASL di Roma, di relativo nulla osta a seguito presentazione di progetto e documentazione tecnica connessa. Non ultimo, così come previsto dalle recenti normative in risparmio energetico, il cambio di destinazione d’uso è stato anche accompagnato dal progetto impianti e verifiche sul risparmio energetico stesso: lo studio delle stratigrafie delle mura e dei solai, con tutte le soluzioni approntate per ridurre al minimo le dispersioni, nonchè la sostituzione degli infissi e il maggiore annullamento possibile dei ponti termici. L’iter si concluderà con il rilascio, aggiornato, del certificato di agibilità.
Il recupero degli spazi
Un recupero di spazio in piena regola, che in piccolissima parte potrà avere voce in capitolo sul miglioramento delle aree verdi e dei servizi del quartiere, dati gli ulteriori oneri versati e se in essi la pubblica amministrazione vorrà spenderli. Nello stesso tempo il recupero di per se rappresenta recupero di unità abitative, unità che non necessitano di nuovi fabbricati e nuove costruzioni.
Un grazie al Sig. Giampaolo e a tutte le persone, ditte e tecnici che hanno collaborato.