Un grande spazio rettangolare, in pianta e in sezione. In via Pietralata, Roma, è una ricorrenza: il recupero che molte realtà private stanno portando avanti sugli immobili stessi e per il quartiere, è visibile transitandovi tutti i giorni. Volumi da un passato industriale o quasi, con futuri ormai certi, ma da definire per questo loft.
A metà strada tra via Nomentana e Casale Rocchi, tra via di Pietralata e l’argine sinistro del fiume Aniene, tra capannoni e parcheggi, tra cemento e lamiere, un grande spazio riprese a vivere, abbandonando ricordi e passato.
Gli venne donato un cuore pulsante, vivo, in cui ogni giorno i loro frequentatori avrebbero transitato. Una scala baricentro e di servizio alle varie funzioni richieste, a costituire l’elemento principale da cui poi si è sviluppata la dislocazione delle aree asservite.
130 mq di superficie divennero incontro, luogo d’idee, di progetto, di condivisione. Lo sono ancora oggi e lo saranno ancora a lungo. Le superfici innestate nel piano rialzato divennero, e sono, dei salotti di sbarco delle 2 rampe di scala, a cui si accede da una prima rampa d’accesso. Tagli a pavimento, sempre nel piano rialzato, a distribuire la luce nel piano a quota 0, data la luce diretta proveniente di lati Ovest e Sud con apertura posta nella parta alta del vano.
Il loft
La richiesta fu istantanea: qualche cenno veloce su carta, due indicazione, una pianta con qualche sezione ed il gioco fu divertente, consegnando a chi poi mise mano ai materiali, un qualcosa di semplice e leggibile.
Materia e colori, furono una derivazione del luogo, già pulsante di numerose attività ricreative e artistiche.
Va da se che ogni volta che transito da quelle parti, riaffiorano i ricordi, di un’esperienza vissuta all’interno di una parentesi di vita durata 5 anni.