TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO

Eh si, come non poter definire un complemento d’arredo una questione così importante. Anima domestica, luogo di unione, elemento che sintetizza i momenti più importanti del trascorrere delle nostre vite, in casa e non.

Se ne sono succeduti in questi anni di EBcreazioni di esempi. Alcuni sono decollati verso spazi lontani, altri sono rimasti nei dintorni. Tutti o quasi hanno però mantenuto quella autentica voglia di distinzione.

Il primo fu vero esperimento. “P3”, da Castelli Romani a Roma. Nato da strutture di vecchi ponteggi, completamente ripulite e ridonate loro il colore dell’antracite; il piano in legno assemblando vecchie tavole di abete ed il gioco risultò gradevole ed interessante, tanto che la sua attuale dimora è in Via Ettore Romagnoli.

TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO
TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO

Esempi di ritrovi lontani che in un modo o nell’altro avranno ripreso sicuramente vita presso i laboratori del Lanificio159, in quel di Via di Pietralata.

TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO
TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO
TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO
TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO

Tavoli EBCreazioni

Rimanendo sempre in tema passato, sempre di recupero si è trattato, sostituendo quello che era un vecchio piano in legno malandato con delle tavole in abete, e lasciando la base con addosso ben visibili le rughe del passato. Doveva rimanere ai Castelli, invece anche lui ha preso la strada della città eterna, ed in quel di Talenti ha trovato il suo giusto spazio.

TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO
TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO

Tavoli, quindi, cosa che negli ultimi tempi sono stati oggetto di riflessioni ricorrenti.

Elemento dell’amore e della discordia, dell’odio e del bene, della vendita e dell’acquisto, dell’amicizia e del tradimento, del ritrovo, della riconciliazione ma anche dell’addio. Puó unire e puó dividere. Puó essere anima o nulla, spazio d’intenti o ambito e ritrovo di stenti. Puó sostenere ma puó anche far volare via pensieri, parole, carte, idee. Puó rappresentare cuore e cervello di uno spazio. Puó incantare o disincantare. É ambito di racconti, testimonianze, falsi, ipocrisie,. É accoglienza. É specchio non voluto delle piú svariate metamorfosi. É studio, é crescita. Può essere osservatore di maturità altrui. Puó essere sesso. Puó essere violenza. Non ha razza. Non é mai maschera di sé stesso.

Puó essere tutto e non puó mai, e dico mai, rifiutarsi di esserlo, dall’eternità. Una condanna forse, nel bene e nel male. La colpa? Dell’uomo chiaramente, inteso come genere umano.

TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO
TAVOLI? UNA QUESTIONE D’ANIMO