Roma: storia di ambiti rinati…da visitare a cavallo!

 

 

Dopo

Il tutto ebbe inizio in piena pandemia. A metterla così sembra quasi l’inizio di un racconto fantastico. Eppur lo è stato. Quando ho conosciuto i soci della Ass. Ronzinante, marzo 2020, e la loro voglia di dar vita ad un luogo di natura e sport, fu l’inizio di una fantastica avventura per l’appunto. Un lembo di terra, a vocazione agricola e naturale, sita alle porte di Roma, un bosco nella città, un luogo posto a ridosso della riserva della Marcigliana.

 

 

Prima
Dopo

 

 

 

 

 

Un’area di circa 10 ettari, abbandonata a se stessa. Terre incolte e tanto da recuperare. 10 ettari per gran parte bosco, e bosco rimasto, dall’altra terra, dal rilevante valore agricolo, in cui si sono andati ad inserire percorsi e aree per il galoppo. Tralasciando le antitesi normative tra Regione Lazio e Comune di Roma, in merito alle norme che dovrebbero tutelarle  e   poterle far vivere tali aree…il progetto, una volta definitosi, ha visto il bene tacito della Soprintendenza Capitolina per quanto concerne i permessi: utilizzare un spazio privato  così come concesso dall’ Art. 26 delle NTA del PTPR Regionale e annesse tabelle. In maniera sciocca ed altezzosa per mesi però, si voleva far prevalere il vincolo paesaggistico (presente in situ), che in maniera discriminante e discriminatoria, non guardava in nessun modo ai possibili usi del terreno, che  prima  però è paesaggio ed ambito ( come la Commissione Europea di tutela del Paesaggio indica da oltre 20 anni, e poi vincolato ( e spesso non per tutti). Non si tratta di una nota polemica, ma i ritardi creati nel rilasciare pareri  e nulla osta hanno recato danno all’associazione che è bene ricordarlo, si dedica anche al salvataggio e recupero di cavalli sequestrati per maltrattamento, cavalli anziani e cavalli infortunati gravemente che necessitano di cure e spazi per vivere, semplici e naturali.

Sintesi progetto e rilascio permessi

 

 

 

 

Lo spazio è comunque rinato,  ha avuto modo di rivalutarsi, ed oggi è anche affiliato alla FISE, (federazione italiana sport equestri): è un luogo di ritrovo immerso nel verde dove vengono svolte attività anche con bambini in diretto contatto con cavalli e pony. L’intervento ha visto l’utilizzo di terre di riporto del luogo stesso, in accordo con la Soprintendenza, essendo l’area vincolata anche archeologicamente.  I paddock circondano i 2 campi da galoppo, uno più grande e l’altro più piccolo. L’associazione è entrata anche in possesso di una vecchia struttura artigianale, capannone anch’esse risistemato e sede della Clubhouse con cui a breve partiranno altre attività. La definizione degli spazi e della arre ha ovviamente camminato di pari passo con la zonizzazione paesaggistica, la normativa, ma badando alle giuste esposizioni e l’orografia del terreno, tale da impattare meno possibile sulla preparazione delle aree stesse. Un piccolo, ma vero, progetto naturalistico.

Aver rimodulato il tutto, aver seguito carte e lavori per quasi 3 anni, ed oggi visitarlo accompagnato da Adriana e Cristina, fa un cert’effetto!

C’è solo che da augurare tanta fortuna all’Associazione,  a tutte e tutti coloro che vi hanno creduto, ne sono stati parte e ne saranno ancora!

Buon galoppo!